sabato 24 settembre 2011

"Immensa vita posseggo" poesia di Pia Deidda

IMMENSA VITA POSSEGGO

Gli occhi scrutano oltre.

Dove sei? Ti cerco.

Ti abbandono tutti i giorni

nella strada della dimenticanza.

Ti ricerco nel vuoto della mia anima.

Mi scopro povera, persa, derelitta,

informe imperfetta creatura.

Ma ti canto con flebile voce,

perchè posseggo un tesoro.

Ma ti prego in deboli versi,

perchè amo la vita.

Immensa vita posseggo.


© Pia Deidda 2011

Caspar David Friedrich, Signora alla luce del tramonto (Signora alla luce dell'alba), 1818, Essen, Museo Folkwang

martedì 13 settembre 2011

E CANTAVAMO ALLA LUNA e L'ULTIMA JANA sono a Torino


Libreria IL BANCO



E CANTAVAMO ALLA LUNA e L'ULTIMA JANA

sono a Torino



  • I 4 sapori, Via S. Secondo 53/a
  • Acquelimpide, Via Pragelato 19

http://www.acquelimpide.it

  • Cartolibreria di Corso Montegrappa angolo Via de Medici


e

Libreria IL BANCO
Via Garibaldi 34 angolo Via Bligny













venerdì 9 settembre 2011

Un articolo su Pia Deidda in LOGOSARDIGNA

Un articolo sul mio romanzo E CANTAVAMO ALLA LUNA nella rivista in limba sarda comuna LOGOSARDIGNA LOGOS

domenica 4 settembre 2011

Commento di Vittorio Frau a L'ultima jana di Pia Deidda

Vittorio Frau, autore di Gabriel e il mostro

Un libro bellissimo. “L’ultima Jana” di Pia Deidda, trasporta il lettore in una Sardegna che non c’è più ma continua a vivere nei cuori dei tanti che ne ricordano le tradizioni, i miti e soprattutto le leggende, tramandate forse durante le lunghe serate invernali, quando la gente si riuniva ad ascoltare i racconti degli anziani davanti al fuoco scoppiettante dei caminetti. Proprio da una di queste leggende, ambientata in una grotta realmente esistente a Sàdali, nasce “L’Ultima Jana”, una storia ricca di magia e sentimento, dolce e amara nello stesso tempo. Tradizionalmente le Janas, le piccole fate della mitologia sarda, sono permalose, vendicative e poco inclini a mischiarsi con gli uomini. La Deidda inserisce con maestria nella leggenda la figura di Cicytella, una Jana diversa dalle sue tre sorelle, completamente dedite alla preparazione di manicaretti e chiuse nella loro egoistica esistenza, senza neppure considerare che all’esterno della grotta in cui vivono c’è un mondo al quale potrebbero dare tanto. Cicytella è curiosa, ama studiare i ritmi della vita nel paese, la gioia delle feste di piazza e l’angoscia causata dalle malattie che in quegli anni, spesso, mietevano troppe giovani vite. La fata soffre, il suo animo buono, ribelle, la porta a rompere gli schemi e salvare da morte certa un bambino verso il quale prova un inusuale sentimento d’affetto. Durante i suoi continui, curiosi viaggi, accade l’imprevedibile, Cicytella s’innamora di Elias, un umano, un poeta che racconta storie antiche e bellissime. Sembra un amore impossibile, uomini e janas non possono stare insieme. Cicytella non capisce perché, non vede nulla nel mondo degli uomini che possa giustificare un tale netto divieto, tuttavia sembra rassegnarsi al volere di disegni troppo grandi anche per una fata e fa di tutto per dimenticare il suo amore. L’autrice sembra a questo punto - facendo riferimento alla leggenda che si racconta a Sadali - sottolineare l’idea secondo la quale il bene e il male non sono retaggi assoluti di janas o di umani, e lo fa facendo intervenire un’entità suprema che punisce duramente il male e premia il bene, l’amore assoluto.

L’Ultima Jana è un libro ricco di splendide descrizioni di luoghi, di vita semplice e di magia, nel quale l’autrice ha il grande merito di riuscire a rompere le netta linea di demarcazione che nella mitologia separa i due mondi, mettendo al di sopra di essi l’amore cosmico, universale, inarrestabile.

venerdì 2 settembre 2011

Cosa dicono i lettori di E CANTAVAMO ALLA LUNA di Pia Deidda

COSA DICONO I LETTORI DI

"E CANTAVAMO ALLA LUNA"


Elda Mari

Ciao, Pia, ho letto il tuo romanzo E CANTAVAMO ALLA LUNA e devo dirti che me lo sono goduto dalla prima all'ultima pagina: è una piccola filigrana letteraria, tessuta tra storia, mito e fantasia con la grazia di una fiaba, con piacevoli e leggeri voli descrittivi dei paesaggi in cui si svolge. Bello.

Giusi Ginatempo

Ho letto il libro tutto d'un fiato, ne sono rimasta affascinata, sia dal personaggio femminile che dai paesaggi incantati. Non so se è una mia proiezione, ma ho visto questo istinto di vita portato avanti dalle donne, che resiste in tutti i modi alla violenza della guerra, di cui sono portatori gli invasori, anche se il personaggio del console romano è apprezzabile perchè ricco proprio di istanze contraddittorie e per il suo legame con la cultura greca...

A quando il prossimo?

Angela Mulas

Ciao Pia.....ho comprato e letto il tuo libro.....E cantavamo alla luna!!!! Complimenti mi e' piaciuto tantissimo....Buona serata*_*!!!!!!!

Anna Nosotti

Ho letto con attenzione il tuo ultimo libro. L'ho poi lasciato "decantare" ( come si fa col vino prezioso) e

l'ho rivisto nelle parti salienti ieri sera. Mi è piaciuto, molto più degli altri due: bella la mescolanza

tra storia e mito, belli i diversi registri linguistici, interessanti e vivi i personaggi. Inoltre, certe ingenuità

degli altri due romanzi sono quasi sparite del tutto. Permangono a volte nel linguaggio: è giusto che questo

sia epico-evocativo-favolistico, ma occorre, a mio giudizio, un pò più di rigore.

Nel titolo poi avrei evitato il "e " iniziale ( che fa tanto Cronin:"E le stelle stanno a guardare"): senza, il titolo è MOLTO più incisivo.

Ho risposto ad Anna ringraziandola ma precisando sul titolo al quale sono legata in modo particolare:

Per quanto riguarda invece il titolo ti devo dire che è nato prima il titolo e poi lo scritto (così come per Rubia e L'ultima jana). Doveva essere E NOI CANTAVAMO ALLA LUNA, ma poi tolsi il “noi” e lo lasciai intuire. Quella E ha un significato simbolico proprio di congiunzione: noi sardi “di oggi” uniti/congiunti al ieri in una ricerca d'identità. Il finale con Airam e Ineles non è l'epilogo.

Al Bosco Seleni non solo loro ma (anche) noi cantavamo alla luna.

So che sembra assurdo fra bolli filatelici dell'Unità d'Italia, centocinquantenari e simili. Ma noi sardi abbiamo bisogno oggi più che mai che non venga dispersa questa eredità.

Ma il discorso è lungo...

Stefania Loddo Lai

E cantavamo alla luna è uno splendido aereo di carta , magico e indistruttibile per volare sui nostri luoghi ed entrare nella leggenda ... grazie !!

Graziella Deplano

Ho recentemente visitato il "Selene" ed ho rivissuto l'atmosfera del tuo romanzo...in particolare ho sentito la presenza di Airam, la sacerdotessa....!! Bellissimo, mi è piaciuto molto..complimenti !!!

Rosalia Russo

La storia mi ha un po' solcata dentro. Ho ritrovato degli echi lontani di radici che non credevo di avere (ad esempio il culto della luna, sul quale so alcune storie/leggende). Poi come lettura è capitata in un momento particolare, in cui stavo elaborando una teoria tutta mia per la quale in realtà non mi sento abbastanza sarda e ne soffro. Questa tua storia mi ha in un certo senso fatto riflettere, mi ha fatto sentire legata alla mia terra anche se il mio sangue è misto: dopotutto Ineles è figlia di un romano, chissà di quale provincia. Eppure è la custode del patrimonio religioso del popolo sardo...

Claudia Zedda (autrice di Creature fantastiche in Sardegna)

Ciao Pia, ieri notte ho finito di leggere il tuo "E cantavamo alla luna". E' molto coinvolgente! Rende il passato antico cosa viva, e al lettore consente di muovercisi dentro, a proprio piacere. Complimenti.

Antonella Sica

Ciao Pia volevo dirti che ho letto E CANTAVAMO ALLA LUNA!! L'ho letto in vacanza in Sardegna nella meravigliosa spiaggia di Foxilioni!! L'ho trovato bellissimo e me lo sono ... divorato in pochi giorni! Complimenti!

Walter Curreli

Grande Pia! Ho letto il tuo libro. Sei stata proprio brava a descrivere le sensazioni che gli ultimi nuragici hanno provato quando sono arrivati i primi colonizzatori romani. Airam la sacerdotessa predisse bene: l'orda di uomini avidi non si sarebbe fermata lì...

Lucilla Trapazzo (attrice)

Pia , ho ovviamente letto il tuo libro e la cosa che mi è piaciuta di più è stato lo stile narrativo, l'alternanza tra capitoli più elegiaci e di ampio respiro e quelli solo di dialoghi, un modo efficace per avanzare l'azione velocemente pur se in modo profondo.

Stefania Loddo Lai

Sto leggendo la storia di Airam e percorro il bosco con la mente ... sono dentro anche io .... mi piace ... :-)

Antonietta Naitza

Ho appena finito di leggere "E CANTAVAMO ALLA LUNA". Delizioso,storia delicata, con un ritmo tutto particolare che a parer mio si presterebbe anche ad una rappresentazione teatrale...Nella lettura percepivo il ritmare del ballo sardo, per non parlare poi della descrizione del paesaggio che mi ricorda zone conosciute e a me care....Complimenti.

Antonio Sale

Pia, sto rileggendo il tuo libro. Lo trovo meraviglioso; ci racconti con Airam un pezzo della nostra storia con grande umanità.

Natascia De Leo

Finitoooooo!!! Bellissimo e magico... E' il "profumo" della forza delle donne sarde, siano esse umane che janas, è sempre così intenso, anche in questa tua ultima perla. Brava Pia!

E quando tra qualche giorno rivedrò i miei Scogli Rossi ripenserò a "quel" romano e gli dirò "Non parlo di forza, romano. Parlo di unità. Non abbiamo un esercito, non abbiamo strategie militari. Io parlo di unità di popolo. Parlo di una sua unica identità."

Evviva il Popolo Sardo! W la nostra Sardegna!

Valeria Corradi

L'ho appena finito di leggere! Bello!

Rosy Aresu

Sono nel bosco e vago leggiadra pensando a te Pia e a chi il bosco lo ha vissuto millenni fa, e nel bosco ha trovato fonte per i suoi meravigliosi scritti.

E ancora:

"Mare e montagna,presenze inscindibili di quest'isola,che si fondono insieme. Sul cuscino prese anche una fibbia d'argento e corallo finemente lavorata. Rappresentava la Luna su un cielo costellato di stelle": dal libro di Pia Deidda "E cantavamo alla luna", tutto ciò che noi siamo come popolo, scritto magnificamente da Pia, che in questo racconto riesce a far rivivere in chi lo legge un culto antico ,che esalta ciò che oggi siamo come popolo, Airam, che rappresenta il sentimento, il carattere, la nostra interiorità, Airam che ha dentro di sé i caratteri delle donne di Sardegna. Grande Pia riesce sempre a creare con i tuoi libri una magia antica, grazie!

Fai rinascere sentimenti sopiti,travolti dalla quotidianità, riesco a uscire dal quotidiano leggendoti e mi sembra di rivivere nelle vesti dei tuoi personaggi, non riesco a non mettere per iscritto ciò che trabocca quando mi avventuro nel tuo mondo; scrivo pure male, sembra che una forza sconosciuta mi faccia scrivere velocemente, quasi per non lasciare sfuggire ciò che provo e che vorrei non svanisse, scrivendo riesco a sentirlo mio.

Sto centellinando il tuo libro, non ho finito di leggerlo, ne leggo alcune pagine e poi lo ripongo, mi piace leggerlo piano piano.

Paolo Cara

"E cantavamo alla Luna", ...

Anche qui Ti sei dimostrata grandissima, poiché nello scorrere della lettura, mi sono immerso nel tempo e nei luoghi da Te descritti con meravigliosa maestria.

Ho percepito le forti vibrazioni durante le Meditazioni di Airam, con l'aspetto Divino della Luna, e Tu sai quanto io senta forte il culto della Grande Madre, un qualcosa che è risvegliato in me, un qualcosa che da sempre percepisco, un qualcosa di cui sono consapevole che altro non è, che l'Amore Materno di Dio.

La descrizione dei boschi, delle rocce, del mare, del cielo e della luna, sono descrizioni ricche di divinazione e devozione.

Tu hai il grande dono nel descrivere con maestria la bellezza che percepisci, così da far vivere ciò che scrivi al lettore che sa immergersi in maniera profonda nell'incanto, grazie all'Amore Divino presente in ogni essere umano.

Grazie carissima Pia di quest'altra grande perla che hai regalato all'umanità intera.

La storia, la grande storia del Popolo Sardo, grazie anche a Te, vivrà in eterno, poiché con questi Tuoi racconti, altro non fai che tramandare di generazione in generazione, la nostra antica storia, il nostro antico culto e la forza di grande e infinito Amore che vive in ogni nostro cuore.

Colei che è il Puro Desiderio di Dio, Colei che è la Creazione, Colei che quotidianamente ci dona il Suo Eterno Amore, in eterno Ti Benedirà.

Un abbraccio forte e ricco di fraterno affetto da parte mia, che Ti stimo infinitamente.

Paolo.

Isabella Soverino

Ho finito E cantavamo alla luna semplicemente stupendo!

Ho trovato il romanzo molto coinvolgente nell'insieme: dalla descrizione del paesaggio marino della Sardegna alla vicenda storica. E' molto bello e poi come sempre c'è coraggio e amore nella vicenda.

Mario Casagrande (autore del "Palloncino bianco")

Oggi ho terminato di leggere il romanzo" E cantavamo alla luna" Una storia davvero tenera, ricca di amore per la propria terra!! Come sempre, Pia Deidda ha dato il meglio, mi ha letteralmente affascinato con i suoi storici personaggi!!!! (Quinto Cornelio e in modo particolare Airam che mi ha conquistato) Grazie a Pia Deidda per avermi dato la possibilità di leggere questa stupenda storia... Ancora COMPLIMENTI!!!!!!

Laura Contaldi

Ho terminato la lettura di "E cantavamo alla luna". Come sempre Pia riesce ad incantarmi con i suoi libri in cui storia, fiaba e leggenda si uniscono per dar vita ad un racconto che è un omaggio alla sua terra ,alle sue origini, alle sue tradizioni.

La lotta del popolo sardo contro i romani fu veramente caparbia. Essi non volevano assolutamente sottostare alla trasformazione radicale della loro civiltà e dei valori morali cui voleva sottoporli il dominio romano.

Airam, sacerdotessa di un antico culto lunare, si oppose con tutte le sue forze a Quinto Cornelio, comandante romano, e il dialogo tra loro è tra le pagine più belle.

Un libro al femminile, scritto egregiamente, brava Pia!

Loredana Cuccu

E' una fusione di magia, storia antica, ma sempre attuale e natura.

E' profumi e sapori.

E' tradizioni, radicate nel tempo, inserite in un mondo “divino” che sembra tanto lontano, ma è stato tramandato.

E' quel ballo tondo reso mistico.

E' speranza nel domani che vince sulla crudeltà.

E' una donna caparbia, come le sarde riescono a essere spesso...e tanto bene.

E' amore per la terra sarda e il suo popolo.

E' quel “saremo altro”...”siamo già altro da tempo”.

(...)

Mi piace come hai descritto la sofferenza di questa divinità, tanto umana in questo suo desiderio [avere una figlia n.d.r].

E tutte le tradizioni raccontate nella realtà di questo popolo...pensavo a una persona “continentale” che non conosce così bene l'isola e magari si perde la magia del confronto, del pensare “ma sta parlando di...” “ma questo è...”.

Pia, sai che si vede davvero quanto sei legata all'Ogliastra?! Ma ti è mai venuta voglia di ritornare lì? O ti accontenti di riviverla quotidianamente nella tua realtà e nei tuoi libri?

Federico Deidda: ho letto «E cantavamo alla luna» e l'ho trovato molto bello. E' scritto benissimo.

L'idea di affidare a una donna le sorti del popolo è azzeccatissima. Alcune pagine sono bellissime, mi riferisco soprattutto al dialogo di Airam con Quinto Cornelio e dove descrivi l'incalzare della violenza subita dalle donne a opera dei romani. L'idea di romanzare la nostra storia è talmente indovinata e la tua prosa è talmente efficace che mi sono trovato alla fine, e non ci potevo credere, che non ci fossero altri fogli. Sarebbe perfetto se tu mi confermassi che questo è solo il primo capitolo, e che ne seguiranno almeno altri 11! (...) C'è fame di storie nuove, di saghe mai lette e quella del nostro popolo la devi scrivere tu, si sente che l'ami profondamente.